Parole sante....
lunedì 8 dicembre 2008
Il concorso per sole degustatrici...
Parole sante....
Post Lussemburgo....
Ma voi lo sapevate che in Lussemburgo si parla il LUSSEMBURGHESE? un mix di francese, tedesco e fiammingo? Io no...in occasione della degustazione di due giorni organizzata dalla ETS L. ROSSI però a parlare sono stati i vini...è meraviglioso scoprire che il linguaggio del vino è universale...è quello della qualità!
P.S.: caro Roby, non credo che leggerai mai il mio blog, tuttavia volevo dirti:"Ma come mai mi hai fatto scrivere tutte quelle e-mails commerciali in inglese se parli un italiano perfetto??..umpf...umpf...".
mercoledì 22 ottobre 2008
I tre bicchieri del Molise
Anche se persino molti italiani non saprebbero collocare esattamente il Molise all’interno di una carta geografica, questa piccola regione centromeridionale si sta proponendo come una piccola gemma dell’enogastronomia nazionale. Olio extravergine di oliva di ottima qualità, salumi e formaggi imperdibili, come la ventricina o le scamorze di Boiano. Poi i vini. Pochi produttori, rare punte di livello elevato, ma anche un panorama in netta crescita, con qualche nome nuovo accanto ad autorevoli conferme. Vero faro della vitienologia molisana resta la cantina Di Majo Norante di Campomarino, condotta con mano salda da Alessio Di Majo. Anche quest’anno il suo Molise Rosso Don Luigi, nella versione Riserva del ’06 conquista i nostri Tre Bicchieri e si conferma come il miglior vino della regione. Altri due vini di questa cantina raggiungono le nostre finali, il Molise Aglianico Contado Riserva ’05 ed il Molise Moscato Apianae ’06, andando a formare un terzetto di etichette di grande prestigio. Un piccolo trionfo per
Fonte - Slow Food
martedì 14 ottobre 2008
Vignaiola virtuale...
venerdì 10 ottobre 2008
Un vino a episodi
Sarebbe interessante ricreare in qualche modo nel film, la stessa atmosfera che si respira laddove quei vitigni sono coltivati, nonchè le emozioni che si possono provare nel corso della loro degustazione...
Beh, forse qualche vitigno ha un nome che si presta di meno (ci pensate ad film chiamato il Refosco dal peduncolo rosso?!?), ma secondo me l'idea non è malvagia. Ricordate Kieslowski con il suo Decalogo?
D'altronde parlare di vino è come raccontare una comunità, un clima, un terreno, una certa qualità, tutte cose che sottacciono la parola Amore...
E quale argomento è stato maggiormente trattato nei film se non per l'appunto l'Amore ?
Mi aspetto di firmare i diritti d'autore...
venerdì 3 ottobre 2008
giovedì 2 ottobre 2008
Il miglior sommelier...sulla carta!
Il suo nome è Shizuku Kanzaki. Peccato che lo straordinario sommelier non sia una persona in carne ed ossa, ma un personaggio di un richiestissimo manga! Shizuku Kanzaki è diventato così famoso, che i suoi consigli sui vini vengono presi in considerazione, come se fosse un degustatore vero.
Il fumetto in questione si chiama “Kami no Shizuku” ovvero "Le gocce di Dio" ed è la prima volta che il protagonista di un fumetto diventa così popolare tanto da essere ascoltato più dei veri esperti di vini. “Kami no Shizuku” arriva a vendere 500.000 copie a settimana. I corsi per sommelier hanno così tanto successo che sono sempre pieni e la compagnia aerea All Nippon ha modificato la lista dei vini di bordo, eliminando tutte le marche dozzinali, che venivano ignorate dai milioni di fan del manga, che sono diventati dei veri intenditori seguendo i consigli del sommo sommelier.
Senza ombra di dubbio si tratta di un successo senza precedenti. Il gruppo Enoteca, uno dei principali importatori del Giappone, ha ammesso che il fumetto condiziona le loro scelte, al momento di ordinare i vini dall’estero.In un numero del fumetto, Shizuku ammirava una bottiglia di Riesling neozelandese del 2006 e le vendite di questo vino sono arrivate alle stelle. Alcuni produttori europei hanno ricevuto ordinazioni improvvise proprio dal Giappone. E le vendite dell’azienda italiana Colli, che produce il “Rosso Contrada di Concenigo”, sono aumentate del 30% dopo che il vino è apparso nel fumetto.
Il manga racconta la storia di Shizuku, che riceve l’eredità del padre (un famoso enologo): la descrizione dei 12 vini più buoni del mondo. Ogni vino è paragonato ad uno dei discepoli di Gesù. Chi riuscirà a trovare i 12 vini potrà accedere ad una cantina segreta, che contiene una preziosa collezione di rare bottiglie. Shizuku si mette alla ricerca dei famosi vini, cercando di rimanere sobrio e di non farsi superare dal suo diretto avversario: il fratellastro Itsusei Tomine, un competente enologo che vuole una parte dell’eredità.
Non so voi...ma a questo punto mi piacerebbe incarnare il ruolo dell'enologa dei 12 vini migliori del mondo: ho la vaghissima sensazione che potrebbero riempirmisi le tasche...
mercoledì 1 ottobre 2008
...e cosa vuoi di più dalla vita?
Secondo coloro che l'hanno già provato, il Kit Kat Chocolatier Wine avrebbe un gusto assai gradevole ma più simile alla fragola che al vino.
Al di là del sapore, di certo non potrà mai comparire nella mia dieta ipocalorica...anche se, sarei tentata a fare uno strappo alla regola!...
venerdì 5 settembre 2008
ll silenzio dell'invidioso fa troppo rumore...
Se la mia passione può dare fastidio a qualcuno, voglio avvisare che tutto ciò può solo catalizzare la mia volontà ad andare lontano.
Un consiglio: è poco saggio perdersi dietro a ripicche e invidie...direi che non ci fate bella figura!
domenica 31 agosto 2008
Le wine-lovers
Secondo tale identikit, tre milioni di donne bevitrici appartengono alla tribù di “consumiste”, ancora orientate dalla tradizione e dal rapporto quantità-prezzo; quattro milioni sono invece "eclettiche", indirizzate nella scelta dei vini dai consumi del tempo libero e del fuori casa. Le "appassionate", circa un milione di donne, sono sempre più competenti ricercatrici di "esperienze" evolute; quattro milioni sono poi le "emergenti", donne in carriera decisamente influenti in fatto di trend e di brand, mentre le "eminenti" sono un milione, con scelte elitarie dei vini, ispirate dai comportamenti del "lusso".
E dove sarei io? Mmm, direi tra le "appassionate"...d'altronde non sono una donna in carriera, non scelgo i vini in base a criteri che si rifanno alla tradizione nè tantomeno motivata dai comportamenti del "lusso". Ma una categoria donna-sommelier, no????
mercoledì 27 agosto 2008
Le preferenze dei vip...
Su I Quaderni di WineNews è apparso un articolo in cui i vip del mondo dello spettacolo e della politica rivelano le loro preferenze in fatto di vino.
Ecco un estratto:
Carlo De Benedetti
La Barbera di Vietti, il Ben Rye’ di Donnafugata e il Barbaresco di Angelo Gaja.
Letizia Moratti, sindaco di Milano
Il Barolo Riserva Monfortino 1999 Conterno, il Tenuta di Trinoro 2001 Trinoro e il Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Avi 2001 di San Patrignano.
Alessandro Profumo, Gruppo Unicredit
Il Sagrantino di Montefalco ‘25 Anni’ Arnaldo Caprai, il Langhe Rosso Eresia Bricco Giubellini e il Barolo Bricco Giubellini.
Sergio Marchionne, Gruppo Fiat
Brunello di Montalcino, Barbera d’Alba e le migliori etichette di Bordeaux.
Gino Paoli
Il Dolcetto d’Alba Madonna di Como 2005 Marchesi di Barolo, Barolo Brunate Le Coste 2001 Beppe Rinaldi e Barbaresco 2001 Gaja.
Albano Carrisi
Il Vega Sicilia Unico, Porto Quinta do Vesuvio e l’Amarone della Valpolicella Don Luigi Verze’.
Richard Parsons, Aol Time Warner
Brunello di Montalcino Riserva 1999 Il Palazzone, seguito da Solaia 1997 Antinori e il Sassicaia 1998 della Tenuta San Guido.
Paolo Bettini, campione del mondo di ciclismo
Ziro 2004 Felciatello, Montescudaio Rosso 2005 La Regola e Bolgheri Superiore Sapaio 2004 Podere Sapaio.
Giancarlo Caselli, procuratore generale di Torino
I vini del progetto ‘Libera Terra’ di Don Ciotti, il Chianti Classico e il Barbaresco.
La domanda sorge spontanea...a parte Letizia Moratti, ma le "vippesse" dove sono? Qualcuno si è preoccupato di chiedere anche a loro? Forse non berranno? Vi farò sapere...
martedì 26 agosto 2008
L'alcol rende troppo belli... (gli altri)
Vino e birra inducono a giudizi eccessivamente indulgenti sull'aspetto del prossimo, con successivo «pentimento».
La birra rende bello «quasi chiunque» salvo che passata la sbornia ci possono essere «antipatici» ripensamenti.
L'alcol rende più indulgenti col prossimo, almeno per quanto riguarda la valutazione estetica degli altri. Viene così confermata da una ricerca condotta dagli studiosi dell'Università di Bristol, e guidata dal professor Marcus Munafò, la convinzione popolare che si abbassino le pretese estetiche quando si ha un certo tasso alcolico nel sangue. Effetto che gli inglesi chiamano «le lenti della birra» attraverso cui le persone sembrano più attraenti.
AMORE CIECO - Lo studio è stato effettuato su 84 studenti universitari eterosessuali (maschi e femmine): ad alcuni è stata somministrata una bevanda alcolica aromatizzata al limone (circa 250ml, l'equivalente alcolico di un bicchiere di vino), ad altri una bevanda dal gusto simile ma priva di alcol. A tutti sono poi state presentate della foto di altre persone da giudicare. Gli «alcolizzati» hanno trovato in media più piacevole il viso fotografato. Ciò che colpisce nell'esperimento di Munafò è che, benché le cavie siano eterosessuali, l'aumentata attrattiva dovuta all'alcol non guarda in faccia al genere. La preferenza infatti aumenta sia che si tratti di immagini di persone dell'altro sesso sia che siano dello stesso.
Alle cavie sottoposte all'alcol sono state mostrate il giorno seguente le stesse foto. In condizioni di perfetta sobrietà però il giudizio sull'aspetto dei fotografati è stato più severo. L'esperimento dei ricercatori di Bristol non è ancora terminato: in futuro cercheranno di valutare se l'alta quantità di alcol renda ancora più indulgenti. Il problema è capire fino a che punto alzare il gomito può abbellire il prossimo e quando invece il tasso nel sangue è così alto da non permettere nemmeno il riconoscimento delle immagini.
Fonte - Il Corriere della sera
Ebbene, stasera mi sono venute un paio di idee niente male...Diciamo che ora saprei a cosa ricorrere con il mio uomo quando voglio nascondergli quei brufoletti di troppo......
Ode al vino
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio
della terra,
vino, liscio
come una spada d’oro,
morbido
come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato
e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.
A volte
ti nutri di ricordi
mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo
lacrime passeggere,
ma
il tuo bel
vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane
nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri,
rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio
Amor mio, d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma
amicizia degli esseri, trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni
goccia d’oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l’autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l’uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.
Pablo Neruda
lunedì 25 agosto 2008
Le donne e il sogno di essere sommelier...
Il comune denominatore delle mie partecipazioni in qualità di sommelier alle varie manifestazioni estive è stata la domanda da parte delle donne sul percorso che ho fatto per raggiungere questo traguardo: tutte interessate, tutte fortemente motivate e incuriosite...
Dal canto mio non ho fatto altro che incoraggiare questa loro passione: qui in Molise mi sento un pò sola...tutti, o quasi, sommelier maschietti!!!
Per chi nutre una passione autentica per il vino, può solo trovare piacevolissima la professione del sommelier. C'è da studiare però!
Viva dunque il vino... ed evviva le donne appassionate di vino!!!
Vini Doc in bag-in-box...
L’Associazione Italiana Sommeliers è contraria al decreto con cui il Ministero delle Politiche Agricole ha autorizzato la possibilità di confezionare vini DOC in contenitori alternativi al vetro, in particolare nei cosiddetti bag-in-box.
“Noi dell’Associazione Italiana Sommeliers – afferma il Presidente Terenzio Medri – vogliamo tutelare in maniera adeguata il vino di qualità. La decisione che dà il via libera alle confezioni alternative come il cartone rischia di danneggiare l’intero comparto e l’immagine del vino italiano, che ha mostrato di essere concorrenziale ed eccellente in questi anni. Non entriamo nel merito della conservazione e dell’invecchiamento del vino. Ve lo immaginate un vino DOC di un’annata particolarmente pregiata conservato in una confezione di cartone?”.
lunedì 18 agosto 2008
L' iWine....
domenica 17 agosto 2008
L'E-Tongue non convince gli enologi
Il nuovo dispositivo è stato annunciato sulla rivista The Analyst della Royal Society of Chemistry. A pensarlo e realizzarlo sono stati Cecilia Jonquera-Jiménez e i suoi colleghi del Barcelona Institute of Microelectronics. Al momento, la E-Tongue è ancora in fase di test, ma i ricercatori sono convinti di avere per le mani un sostituto, molto più affidabile, dei sommelier in carne ed ossa.
Costituita da una serie di piccole membrane sintetiche costruite su un unico chip di silicio chiamato "multisensor", la lingua elettronica è stata testata su nove campioni di vino del 2005 e sei campioni del 2004. Funziona grazie a sei sensori, ciascuno in grado di riconoscere specifiche proprietà del vino come l'acidità, il contenuto in alcol, lo zucchero. Ogni membrana ha una diversa sensibilità ai vari componenti chimici che distinguono una varietà d'uva da un'altra e l'annata del vino. Dopo sette mesi di sperimentazione i risultati sono molto promettenti.
Resta da capire il vero valore della lingua elettronica: i compratori di vino, sempre più tartassati dalle truffe enologiche, apprezzeranno di sicuro uno strumento che consente loro di verificare in maniera oggettiva le qualità del prodotto che vogliono comprare. Il fatto che sia portatile, inoltre, lo rende ancora più utile perché consente di svolgere le ispezioni direttamente sul campo di indagine, senza necessità di inviare i campioni a un laboratorio di analisi centralizzato e di attendere i risultati dei test. "Il dispositivo - ha spiegato la Jimenez-Jorquera - può essere usato per smascherare eventuali frodi, per esempio connesse al vitigno di provenienza del vino, all'annata della bottiglia e anche alla presenza di altre sostanze".
Fra l'utenza che potrebbe giovarsi della nuova invenzione ci sono anche tanti ricchi collezionisti di vino. Il terribile, grande segreto di molti di loro, infatti, è che non hanno il palato per capire se davvero quello che hanno comprato è un Brunello di Montalcino del 1995 oppure no. Questo li espone al pericolo di spendere centinaia di migliaia di euro per poi ritrovarsi con litri e litri di un vinello discreto.
Di certo, i più famosi esperti di vino del mondo non si aspettano che la E-Tongue li estrometta dal mercato tanto facilmente. Benché ammetta che la sua conoscenza del nuovo dispositivo è limitata, il critico enologico statunitense Robert Parker sostiene che "è difficile credere che un computer possa interpretare tutte le sfumature di profumo e gusto tanto bene quanto la ghiandola olfattiva e le papille umane". Ma la scienza evidentemente, non la pensa come lui, se è vero che la Nasa starebbe lavorando già a un "E-Nose", un naso elettronico per "scovare" le molecole dell'aria nel tentativo di automatizzare il processo di individuazione degli esplosivi.
Fonte: la Repubblica
mercoledì 30 luglio 2008
L'unico vino che non fa cantare..ma miagolare!
Fu creata a Tokyo nel 1974, con il nome di “Kitty White” ispirato dal libro “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Carroll; l’appellativo Hello Kitty deriva dalla traduzione maccheronica del nome della principale fonte di ispirazione: Maneki Neko il gatto del benvenuto, in inglese appunto ‘Welcoming Cat’.
Il suo merchandising attualmente è più che variegato (borse, portachiavi, peluches, biglietti da visita, etc.). Il successo è legato al fatto che non piace solo alle bambine o alle ragazze, ma esiste tutto un popolo di donne ultratrentenni che stravede per lei !
Dunque, anche il mondo del vino non è stato a guardare...ed è nato il vino griffato Hello Kitty!
La bottiglia oserei dire è piuttosto kitsh, ma ho più di qualche amica che la troverebbe irresistibile!
venerdì 25 luglio 2008
I Musica Nuda
Alcune sere fà ho avuto l'occasione di ascoltare un concerto dei Musica Nuda: meravigliosi!!
Cosa c'entra questo con il vino??...nulla, assolutamente nulla! Avevo solo voglia di raccontarlo e mi auguro tanto di fare una scoperta così emozionante molto presto anche nel mondo del vino.
giovedì 24 luglio 2008
La reginetta sassone del vino
Riporto qui uno stralcio dell'intervista alla bella Evelyn realizzata da Claudia Wuensch Communication.
In qualità di reginetta del vino tedesca in carica, ci puó spiegare il significato di questo particolare riconoscimento e quali sono i suoi compiti?
La reginetta del vino é l’ambasciatrice della tradizione vinicola tedesca, ma anche della moderna cultura del vino ed il suo compito é quello di creare entusiasmo e promuovere quest'arte. Questo riconoscimento vanta già un lunga tradizione. Dal 1950 infatti, il mese di ottobre si tiene il concorso che elegge la reginetta del vino. Le candidate devono dimostrare una particolare affinità con il vino tedesco, anche dal punto di vista della formazione scolastica e professionale, ed avere già familiarità ed esperienza con l’argomento. Ciascuna delle 13 regioni vinicole della Germania presenta la propria candidata. Una giuria di 80 persone scelte tra viticoltori, uomini di spettacolo e politici elegge la reginetta ed il concorso viene trasmesso dal vivo alla TV.
Lei è sassone, potrebbe dirci qualcosa di più su questa regione vinicola della Germania e perchè è così speciale?
La Sassonia è la mia regione ed è la terra che amo. L’antichissima tradizione vinicola della Sassonia risale ad 850 anni fa ed é profondamente radicata nella società e nella cultura della zona. L'affascinante valle dell'Elba é per il suo territorio, la cultura ed il clima un posto davvero unico in Germania. Su una superficie di circa 470 ettari crescono le viti della Sassonia. La bellissima "strada del vino sassone" va da Pirna, passando per Dresda e Meissen fino a Diesbar-Seußlitz. Solo una bottiglia di vino su 500 in Germania viene dalla Sassonia, dunque davvero una raritá.
Quali vini sassoni ci consiglia?
In Sassonia esistono 35 tipi diversi di viti. Tutte danno vita a vini davvero unici per qualitá, sapore ed aroma. Volendo citare alcuni tra i piú rinomati abbiamo il Burgunder bianco e grigio, il Riesling ed il Traminer. Oltre l’80% del vino prodotto é bianco. Il Burgunder ha forza ed eleganza, mentre il Riesling ha un sapore minerale ma caldo. Il Traminer sassone é un vino molto prezioso ed era molto amato alla corte dei re sassoni. Vi consiglio vivamente di assaggiare il Goldriesling, che é una vera specialitá della Sassonia. È un vino leggero e frizzante, molto estivo ed é una vera raritá trovarlo, le sue viti infatti crescono solo nella Valle dell’Elba.
C’é ancora qualcosa che possiamo sapere sul tema del vino in Sassonia (feste, tradizioni etc.)?
Vale la pena visitare questa regione per un tour alla scoperta delle numerose enoteche, dei ristoranti e delle aziende vinicole. Un bel modo per conoscere la tradizione vinicola della Sassonia é fare un giro sui battelli a vapore oppure in bicicletta lungo la strada ciclabile dell’Elba oppure infine una passeggiata tra i vigneti lungo i sentieri. Gli amanti delle escursioni, del jogging e dello sport in generale non dovrebbero perdersi la corsa della valle dell’Elba che si tiene ad ottobre, mentre gli amanti della buona cucina possono semplicemente godersi l’ampia scelta di specialità e ristoranti della regione. Molto amato é il quartiere di Radebeul, che si chiama Altkötzschenbroda, dove si possono trovare diversi ristoranti ed un flair molto particolare. Qui si tiene ogni anno la festa del vino in autunno. Gli ultimi giorni di agosto inoltre tutte le aziende vinicole aprono le porte ai visitatori.
Le possiamo chiedere cosa fa nella vita privata?
Anche se la passione per il vino occupa gran parte delle mie giornate mi piace passare del tempo con la mia famiglia, per fare delle passeggiate e delle escursioni in natura. Amo il fitness, lo yoga ed il beach-volley e sono un’assidua lettrice. Mi piace la buona tavola e nella mia vita vorrei viaggiare tanto. Sono curiosa e voglio scoprire gli altri paesi e le loro culture, ed imparare lingue.
giovedì 17 luglio 2008
Se in vacanza ci si annoia...
mercoledì 16 luglio 2008
Miglior sommelier Abruzzo - Molise
In occasione della degustazione di vini Franciacorta tenutasi lunedì 14 luglio a Francavilla al Mare (CH), ho avuto modo di apprezzare la bravura della molisana Celeste Di Lizio che ha sfiorato la vittoria al concorso “Miglior sommelier Abruzzo e Molise”. Unica donna a partecipare, ha continuato a sottolineare la bravura dei sommelier molisani, poichè il campione uscente era il sangiacomese Rudy Rinaldi, sommelier Professionista nonchè marito di Celeste.
Il commento della bravissima Celeste è stato: "Il secondo posto è un piazzamento di prestigio che mi sprona a continuare nello studio della materia vino. Il Molise sempre di più si sta facendo notare per la qualità della sua produzione enologica e noi sommelier molisani dobbiamo essere i messaggeri di questa crescita".
martedì 15 luglio 2008
I sentori del vino - prima parte
Prosecco: conferisce sentori di pera e fiori freschissimi.
Riesling: è facilmente riconoscibile grazie ai profumi di Idrocarburi (Cherosene) dopo affinamento in bottiglia (in Alsazia), mentre in altri territori presenta sfumature fruttate e vegetali, con accenti di susina, pesca, erbe aromatiche, lime e altri agrumi.
Sauvignon Blanc: regala sfumature vegetali di Bosso, foglia di pomodoro, ortica, asparago, accenti minerali di pietra focaia e polvere da sparo (nella Valle della Loira), fruttate di pompelmo, lime, frutto della passione, mango o papaia, fiori di sambuco.
Pinot Bianco: è un vitigno che conferisce ai vini profumi raffinati di peonia bianca, biancospino, acacia, pera e altri frutti a polpa bianca.
Muller - Thurgau: origina vini con sentori di mela, frutti a polpa bianca, fiori freschi, erba tagliata e erbe aromatiche.
I vitigni che maggiormente si distinguono per l'originalità e l'intensità del profumo sono quelli AROMATICI, cioè Moscati, Malvasie, Gewurztraminer, Brachetto.
I Moscati (bianco, giallo, rosa) conferisce sfumature di salvia, muschio, pesca bianca, note di rose e geranio. Quello di Alessandria, che fornisce i passiti per eccellenza, si caratterizza per le note di miele, uva passa, agrumi canditi, frutta sciroppata, albicocche, fichi secchi.
Il Gewurztraminer fornisce vini con sentori floreali (rosa), fruttati (litchi e altra frutta esotica), miele e spezie (cannella).
Il Brachetto origina spumanti con note di muschio e frutti di bosco.
Prosecco ex "sparkling Italian wine"
Tuttavia, secondo il Presidente del Consorzio di Tutela Franco Adami, si tratterebbe di un successo a metà, in quanto anche se sono stati premiati gli sforzi di promozione degli ultimi anni, nello stesso tempo "l’inserimento della parola prosecco come sinonimo di vino con le bollicine rischia di creare della confusione".
"Prosecco, infatti, è un vino con un’identità precisa e solo nell’area doc di Conegliano Valdobbiadene si trova l’originale, da più di tre secoli coltivato dai produttori locali, che lo hanno fatto conoscere nel mondo. Starà a noi produttori, quindi, cogliere le opportunità offerte da questa grande notizia, evitando il rischio di banalizzazione di un nome che per noi rappresenta una ricchezza territoriale".
domenica 13 luglio 2008
Esplosione di bollicine
Non ridete...molti anni fà credevo che i vini Franciacorta non fossero proprio italiani!...
Ho poi scoperto che il nome si riferisce ai tempi di Carlo Magno e dei re Longobardi che avrebbero concesso a questa zona lo status di Corte Franca, ovvero libera dai dazi. Ma c'è pure un'altra tesi, che anticiperebbe i Vespri siciliani: i contadini si sarebbero ribellati contro le soldataglie Franche, troppo "galanti" con le loro donne, e le avrebbero scacciate, da cui Francia (ossia dominio franco) e corta (ossia breve).
La Franciacorta è una zona vocata per la produzione dello spumante metodo classico in virtù della natura dei terreni, da calcarei a calcareo-argillosi, da sottili a poco profondi. E' un territorio collinare che ha una temperatura media ideale. Tutto ciò favorisce una maturazione delle uve a basse temperature, che danno origine a vini di grande freschezza, di buona acidità, con profumi elegantissimi e sostenuti e bassa gradazione alcolica: caratteristiche fondamentali di un vino base per la rifermentazione in bottiglia.
venerdì 11 luglio 2008
Gli imprevisti del neo sommelier....
Dunque...ok sono una donna e anche piuttosto gracilina, ma certi tappi in sughero sono stati programmati per essere tirati fuori solo da Ercole?... !!
Immaginate poi la mia espressione quando, in sala durante il festeggiamento di un matrimonio, dopo aver cercato di servire il vino con la posa giusta, una misurata eleganza, il sorriso...etc. etc., mi si rivolge la domanda: "Ci sarebbe anche della birra?"... !!! No comment.
Non è raro poi trovare in simili condizioni soggetti che si dichiarano abili intenditori in materia di vino e prediligono il rosso con il ghiaccio (!!!). E vogliamo parlarne invece di quelli che sostengono con fervore che con la torta va servito lo spumante secco?...
Vi confesso il mio punto debole...lo spumante! Non vi parlo in termini di preferenze di gusto, bensì sto alludendo al fatto che ho avuto il terrore (per fortuna oramai superato) di aprire le bottiglie di spumante: eh si, perchè non devi fare il botto! e anche perchè in occasione del mio "battesimo", le bottiglie erano un pò agitate e il soffitto del ristorante se lo ricorda ancora il momento in cui ho tolto la gabbietta (!!!). In seguito mi è capitato di temere talmente tanto il servizio dello spumante, che quando non ho potuto proprio evitarlo, mi sono augurata uno svenimento (non sto scherzando, proprio uno svenimento!) pur di non realizzarlo: avete presente gli allegri e innamorati sposi che tagliano la torta in clima generale di applausi e te che tremante ti ripeti: "Signore, ti prego, fammi svenire!!!" ??...
Si supera tutto e per fortuna!...e se avete delle bottiglie di spumante da aprire, ora ci sono io!
lunedì 7 luglio 2008
Le giuste dosi da bere...
Secondo il filosofo, i gradini del bere erano nove:
- - primo bicchiere: giova alla salute;
- - secondo bicchiere: giova al buonumore;
- - terzo bicchiere: giova al piacere;
- - quarto bicchiere: apre le porte dell'ebbrezza;
- - quinto bicchiere: favorisce l'ira;
- - sesto bicchiere: fa scoppiare le liti;
- - settimo bicchiere: fa emergere il furore;
- - ottavo bicchiere: fa pervenire al sonno profondo;
- - nono bicchiere: apre a grave malattia.
Italiani poco sommelier
Una ricerca condotta dall'azienda Santa Margherita in collaborazione con Tomorrow Swg sugli atteggiamenti degli italiani in fatto di vino ha dimostrato come i nostri connazionali siano più abitudinari che sperimentatori, molto sensibili al passaparola piuttosto che ai consigli di Internet, molto attenti al portafogli.
Quasi sette persone su 10 lo bevono solo ai pasti, il 17% anche in altri momenti, il 14,6% soltanto in altri momenti. La frequenza media di consumo è di 3 volte a settimana, ma tre persone su dieci (anche le donne) bevono vino tutti i giorni o quasi. Sui prezzi il 41,7% è disposto a spendere qualcosa in più rispetto al suo prezzo soglia, ma il 41,2% spende al massimo 3 euro a bottiglia e il 30,9% tra i 3 e i 5 euro per il consumo a casa e in famiglia.
Quando invece l'acquisto è per il consumo personale, il 37,9% compra quasi sempre lo stesso vino, il 35,8% sceglie tra due/tre vini che già conosce o che ha già comprato, appena il 26,4% decide di sperimentare.
Il mio consiglio in merito a tutto ciò è quello di seguire i consigli dei nostri antenati...."La vita è troppo breve per bere del vino mediocre" - Goethe
giovedì 3 luglio 2008
La carta musicale dei vini
Secondo uno studio scozzese, durante la degustazione, l'ascolto di determinati brani musicali finirebbe per esaltare il gusto del vino che stiamo bevendo: questa influenza può essere anche di un'entità pari al 60%. Jimi Hendrix quando si beve Cabernet Sauvignon, Robbie Williams e Tina Turner per lo Chardonnay, Puccini e Enya per degustare un Sirah. E per finire “Sitting On The Dock Of The Bay” di Otis Redding o “Easy” di Lionel Ritchie per assaporare il Merlot.
Lo studio condotto dai ricercatori scozzesi prende il nome di “carta musicale dei vini“: secondo tale ricerca, la musica stimola specifiche zone del cervello per cui quando assaggiamo del vino, e contemporaneamente stiamo ascoltando musica, queste aree del cervello sono già attive e quindi influenzano il gusto che percepiamo dal vino.
Quando dunque sentiamo un pezzo di musica potente, un vino come il Cabernet Sauvignon assume un sapore del 60% più intenso, ricco e robusto, rispetto a quando siamo in un ambiente silenzioso.
In virtù di questi studi, io penso che sarebbe una trovata molto simpatica quella di creare una sorta di carta di brani musicali da associare alla degustazione di un determinato vino. Magari tra qualche anno troveremo descritti sulle etichette non solo gli abbinamenti con il cibo ma anche quelli musicali!
mercoledì 2 luglio 2008
La benzina fatta di vino e cacio...
«CARBON FOOTPRINT» - Così l’erede al trono ha pensato di convertirla: ora va a vino e formaggio, miscelati in bioetanolo. E siccome il Duchy of Cornwall produce vino, Carlo si toglie la soddisfazione di riempire il serbatoio della sua auto con il «bianco della casata». La trovata fa parte di una serie di innovazioni introdotte dal principe nel suo stile di vita e nella conduzione dei suoi affari che ha portato a ridurre il suo «carbon footprint», l’emissione di gas serra, del 18% in un anno. I dati sono contenuti nei conti del Ducato di Cornovaglia, la principale proprietà del figlio maggiore di Elisabetta, appena pubblicati.
«NIENTE PUZZA DI CACIO» - La faccenda della Aston Martin convertita al vino ha eccitato la fantasia dei giornali inglesi. A Sir Michael Peat, capo della segreteria del Principe di Galles, è stato chiesto da dove venisse il vino per l’esigente serbatoio dell’auto. Il consigliere ha risposto subito che «non si tratta dei resti delle bottiglie consumate dagli ospiti del principe» (quindi niente vini pregiati francesi o champagne che ha perduto le bollicine dopo essere rimasto in una coppa sul tavolo della cena). Il vino è di produzione inglese e anche di discreta qualità: costerebbe quasi due euro al litro. Il bianco del principe, nella trasformazione in bioetanolo viene addizionato con resti di formaggio. Sir Michael però assicura che questo additivo non dà puzza di cacio: «Se dovessi descrivere il carburante di Sua Altezza, direi che ha odore di vodka», ha assicurato. Con la sua Aston Martin DB5, Carlo percorre in media 300 miglia l’anno e ha speso circa 5mila sterline per convertire il sistema di alimentazione. Il modello è lo stesso di quello usato da Sean Connery per girare Goldfinger nel 1964.
Io direi che è una trovata davvero molto interessante!E non soltanto per gli sviluppi ecologici ma anche perchè potrebbe risolvere i problemi di abbondanza di quelle aziende che non riescono a vendere il proprio prodotto e che dunque arrivano alla vendemmia con le cantine ancora piene di vino.
martedì 1 luglio 2008
Ebbene si...Un'ottima annata!
In realtà, nel film il vino gioca un ruolo limitato, usato più come metafora della capacità di gustare i piaceri della vita (non a caso il protagonista all'inizio dice di preferire il Cognac che gli permette di ubriacarsi in fretta, rispetto al vino, che ricorda invece i ritmi lenti della vita piacevole lontana dal mondo degli affari) per cui lo spettatore viene travolto dalle percezioni sensoriali legate alla campagna francese: il verso delle cicale, l'andamento pigro del tempo che sembra lasciare i personaggi in sospeso tra il colore della terra all'ombra delle viti e l'azzurro del cielo.
Il film è un'opera sulle cose semplici della vita e su come riuscire ad assaporarle alla stessa maniera in cui si gusta un bicchiere di vino pregiato, a piccoli sorsi...
Molto bella a mio avviso è anche la sua colonna sonora, sofisticata e delicata.
lunedì 30 giugno 2008
L'eros e il vino
Qui tuttavia vogliamo considerare l’Eros al femminile, l’Eros di coppia, ossia una sessualità che vede le donne "soggetto" e non "oggetto del piacere"… Iniziamo dalla civiltà etrusca, ove la donna era rappresentata al fianco del suo compagno, talvolta accanto ad una ciotola di vino che sicuramente avranno bevuto insieme, stessa situazione nel mondo latino, come gli affreschi di Pompei insegnano… Etruschi e Romani, furono ottimi vignaioli, ma anche abili mercanti, ed abbiamo le prove che ben sei secoli prima di Cristo, commercializzassero il loro Moscato con i popoli centro europei, transitando con vasi vinari in bronzo, accuratamente picati, lungo le sponde del Ticino, per valicare le Alpi.
Alcuni contenevano ancora dei vinaccioli dai quali si poté risalire al Moscato. Quasi identico l’iter dei Romani che impiantavano viti nelle terre occupate e bevevano vino preferibilmente con le giovani schiave, pur non disdegnando le libagioni con le mogli. Il Moscato fu sicuramente un valido collaboratore per i momenti di intimità, soprattutto per il suo moderato contenuto alcolico, esattamente come avverrà con tutti i successivi vini con potere afrodisiaco. Dolcezza, come deve essere dolce l’amore, colori solari e profumo di miele e di fiori, come le tenere carni femminili. Il Moscato fu sempre, almeno nelle nostre aree Nord Occidentali, il vino dei momenti di intimità, delle feste e della gioia, ma vogliamo esaminare altri vini che ancora possiamo versare nel nostro bicchiere? Mozart, nelle sue opere , nominava spesso il vino, che nel Don Giovanni, era il vermiglio Marzemino, tanto da far esclamare al protagonista la famosa frase "Che mi fé quel Marzemino?" Siamo nella valle dell’Adige, dove il vermiglio Marzemino a quanto pare, sapeva suscitare grossi turbamenti sessuali, ma poco discosto, vi è un altro vino, la dorata Nosiola che, passando dalla bocca di un giovane e bell’ufficiale austriaco a quella di una fanciulla trentina, fece, se non cadere, almeno vacillare il fervente amor di patria, dopo un abbraccio ed un bacio scambiati tra nemici".
Fonte - Donna Sommelier Europa- Enza Cavallero
venerdì 27 giugno 2008
Un modo di essere più vicino al vino...
Esame da DEGUSTATORE UFFICIALE... sto arrivando!!!
giovedì 26 giugno 2008
Vino come...libertà!
Il termine vino prende origine dalla parola sanscrita vena (amare) da cui derivano anche i termini Venus e Venere (fonte Wikipedia). Non a caso il Simposio platonico (simposio significa "bere insieme") argomentava effettivamente sulla materia amorosa come ricerca di un'unione primordiale mentre i convitati degustavano vino. Nel mondo antico il vino ha sempre incarnato il simbolo di un affrancamento, una fuga dalla realtà e per questo particolarmente amato da poeti e artisti.
O amato fanciullo, prendi le grandi tazze variopinte,
perché il figlio di Zeus e Sémele
diede agli uomini il vino
per dimenticare i dolori.
Versa due parti di acqua e una di vino;
e colma le tazze fino all'orlo:
e l'una segua subito l'altra.
Gònfiati di vino: già l'astro
che segna l'estate dal giro
celeste ritorna,
tutto è arso di sete,
e l'aria fumiga per la calura.
(Alceo; VII - VI secolo a.C.; traduzione di S. Quasimodo)
Nel mondo antico la gioia dell'ebbrezza è sempre stata considerata un mezzo che permette di essere sinceramente se stessi, uno strumento per liberarsi dalle proprie leggi personali o da un'emozione negativa.
Date bevande alcoliche a chi sta per perire, e del vino a chi ha il cuore amareggiato.
(Proverbi 31,6)
Corre veloce il carro della vita!
Alzati, approfittiamo d'un attimo di ebbrezza
Lascia le cure del domani a chi naviga nei sogni
O coppiere, servi del vino prima che la notte scompaia.
(Quartine, Omar Khayyam)
Dall'antichità ai giorni nostri, dunque, un simbolo che consente una "liberazione": sarà probabilmente per questo motivo che, in "Se ti tagliassero a pezzetti" Fabrizio De Andrè cantava "così preziosa come il vino", riferendosi alla naturale vocazione umana alla libertà.
mercoledì 25 giugno 2008
Il vino "sugar free" per una linea impeccabile...
Si chiama Slender, è venduto a 10$ ed è prodotto da un'azienda dell'Indiana, la Chateau Thomas Winery di proprietà di un medico, il Dr. Charles R. Thomas.
Dopo la Coca Cola dunque, ora anche il vino a zero calorie: sembrerebbe un qualcosa di paradossale ma pare si tratti di un vino normale che contiene uno zucchero naturale senza calorie.
Per ogni bottiglia venduta verranno devoluti 50 cent all' American Diabetes Association.
Per fortuna non ho problemi di linea e ho il privilegio di apprezzare il vino nella sua naturalezza, ma comunque non condivido l'idea di spersonalizzarlo fino a questo punto...non dimentichiamo poi gli innumerevoli benefici salutistici apportati dal vino! Cosa vorremo ancora togliere a questa preziosa bevanda? L'alcol perchè fa male? I profumi perchè magari non sono quelli che desideriamo trovare? E se magari scegliessimo di bere direttamente del succo di frutta?...
martedì 24 giugno 2008
Un vigneto nella Napa Valley...regalo da vip!
I coniugi Beckham non sono le sole celebrità che producono vino: Sting ha una riserva in Toscana, Johnny Depp numerosi filari in Francia, mentre Gerard Depardieu ha tenute in Spagna, Francia, Argentina e Marocco.
Fortunatamente non ho mai provato invidia nei confronti delle celebrità, ma in questo caso forse farò volentieri un'eccezione....
domenica 22 giugno 2008
L'alcol è sempre più donna
In un caso su due si tratta di ragazze con un lavoro stabile e sempre piu' istruite: tra gli alcolisti la percentuale di quelli che hanno una occupazione lavorativa e' pari al 50 % e il livello di istruzione tende a innalzarsi rispetto al 2007 con un maggior numero di diplomati e una diminuzione di coloro che hanno conseguito solo la licenza elementare. La maggior parte e' coniugata (35,4%) e la bevanda alcolica piu' usata resta il vino, soprattutto per i soggetti di eta' medio-alta, ma aumenta l'assunzione di birra e altre bevande alcoliche preferite dai piu' giovani.
Mi chiedo se tutto ciò rientri nel graduale processo di acquisizione della parità che ha visto le donne emulare atteggiamenti e vizi che prima erano considerati tipicamente maschili come ad esempio il fumare.
Ma è proprio necessaria la parità anche su questo terreno?
L'identikit delle estimatrici del vino
Secondo uno studio del Censis sul rapporto fra vino e gentil sesso, le donne sono più coinvolte emotivamente nelle scelte rispetto ai loro colleghi maschi e più motivate dal desiderio di conoscere tanto che la metà del fatturato ottenuto dalla vendita di vino in Italia è legato al mercato femminile, che incide per ben 3 miliardi di euro su un totale italiano di 6,2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda invece il ruolo delle donne nel mondo del vino, Brigitte Leloup, vice presidente dell'Association des Sommeliers d'Europe, ha sottolineato che la degustazione del vino fatta dalle donne è un fatto relativamente recente: fino alla fine degli anni Ottanta l’ambiente era molto maschile e decisamente chiuso, specialmente nelle scuole alberghiere, nelle classe di sommelleria. Oggi invece l’approccio femminile con il vino è molto più spontaneo: d'altronde le donne hanno organi di senso particolarmente acuti e capaci di scoprire finezze nascoste agli uomini.
venerdì 20 giugno 2008
Un vino per tre canzoni
Un sondaggio di Wine News, in collaborazione con Vinitaly, ha decretato come vincitori per i vini Champagne, Brunello di Montalcino e Barolo mentre come colonna sonora i più votati sono stati i Pink Floyd, gli U2 e Battisti.
Gli amanti del vino dunque hanno associato la qualità vitivinicola ad altrettanti grandi nomi della musica italiana ed estera (tra gli altri autori citati non mancano ovviamente i Led Zeppelin, i Dire Straits, i Rolling Stones, i Police, Jimi Hendrix e Bob Dylan).
Personalmente mi piacerebbe degustare del Franciacorta ascoltando alcuni brani di Mina; un buon Amarone da centellinare con la musica di Fabrizio de Andrè ed infine un qualsiasi vino con una buona percentuale di Cabernet Sauvignon per apprezzare meglio le melodie di James Taylor.
giovedì 19 giugno 2008
L'abilità dei sensi di una donna
Isabelle Foret
Il gusto sottile delle donne testimonia i doni di natura che hanno ricevuto nei confronti del vino.
Siamo naturalmente maestre di degustazioni!
mercoledì 18 giugno 2008
Lo Chardonnay e Bridget Jones...
"Lo Chardonnay ha prodotto alcuni dei piu' grandi vini del mondo, piaceva a tutti; finche' e' arrivata Bridget Jones!"
Ben attente a non voler essere paragonate a Bridget, single a malincuore, perennemente a dieta, le giovani donne britanniche hanno incominciato a stare lontane anche da quella che viene spesso identificata come la bevanda preferita della Jones, lo Chardonnay appunto. Dunque, la tipa perdente che beve Chardonnay e che finisce per trascinare giù anche le sorti del suo vino preferito.
Il calo delle vendite, in effetti, e’ stato notevole: nell’ultimo anno, a fare come Bridget Jones e a scegliere lo Chardonnay per far festa (o per annacquare le proprie disavventure) sono stati 7,5 milioni di consumatori in meno rispetto all’anno precedente, mentre a crescere sono stati Pinot Grigio e Sauvignon Blanc.
Io direi che gli enologi dovrebbero continuare a manifestare tutta la propria fantasia quando si trovano nell'atto di creare un nuovo vino, ma sul resto..forse è meglio tacere. Spiegare il declino di un vino con una mancanza di carattere nelle donne mi pare un'atteggiamento poco razionale e anche vagamente offensivo nei riguardi della nostra categoria.
martedì 1 aprile 2008
Il vino dei 'Cesaroni ' al Vinitaly
Sara' la Cantina Cerquetta a presentare al pubblico di Verona il bianco 'Frascati Senz'amarezza Doc Superiore' e il rosso 'Lazio Rosso IGT Senz'amarezza' con base di merlot-sangiovese.
Il vino a seconda della tendenza sessuale
'In ciascuno di noi - sostiene - albergano una componente maschile, una femminile e una ibrida, inafferrabile. 'Is' e' il rosso, piu' mascolino, 'Ea', languido bianco femminile, 'Id' ambiguo rose' dal gusto intrigante.
(Fonte ANSA)
domenica 30 marzo 2008
Un profumo dal vino...la prima wine fragrance!
E' stato presentato a Milano il primo profumo che nasce dalle essenze naturali di un vino: “Tauleto” da Sangiovese in purezza, prodotto dall’azienda Umberto Cesari sulle colline di Castel San Pietro vicino Bologna.
Il profumo in questione avrebbe una fragranza delicata ma allo stesso complessa, con sentori di uva, arancio e mandarino, sfumature di rosa, magnolia e violetta su un fondo di liquirizia, muschio e humus.
Se questo vino rosso imponente, dal gusto pieno e morbido e dal bouquet ricco con note dominanti di frutta rossa e fiori viola è nato grazie alla passione di Umberto Cesari, il profumo lo si deve, invece, alla determinazione di Giuliana Cesari, moglie di Umberto, con il quale ha fondato l’azienda nel 1965. Affascinata dagli aromi e dai sentori di questo straordinario Sangiovese, si è chiesta se era mai possibile trasferirne l’essenza in un profumo: e’ nata così una sfida tra il mondo del vino e quello delle essenze, raccolta con entusiasmo da uno dei creatori di essenze più noti, il milanese Marco Maffei, a sua volta rimasto stregato da ciò che di eccezionalmente ricco il vino racchiudeva.
Tauleto, dunque, è la prima wine fragrance, un profumo naturale nel quale gli aromi primari dell’uva Sangiovese, esaltati al massimo, rivivono grazie alle sostanze naturali provenienti dall’essenza stessa dell’uva.
Le benefiche qualità del vino già da tempo sono sfruttate nella produzione cosmetica: la vinoterapia infatti utilizza proprio le benefiche proprietà del vino con impacchi di Merlot, massaggi Sauvignon, gommage Cabernet, che portano ad un aumento della resistenza dei vasi sanguigni, al rinforzo della microcircolazione, alla protezione delle fibre di elastina e collagene.
L'entusiasmo è altissimo tra quelli che hanno già provato l'originalissima fragranza.
Mi auguro che quest'idea creativa trovi tutto il successo che merita e che magari sia la prima di numerose altre.