domenica 30 marzo 2008

Un profumo dal vino...la prima wine fragrance!



E' stato presentato a Milano il primo profumo che nasce dalle essenze naturali di un vino: “Tauleto” da Sangiovese in purezza, prodotto dall’azienda Umberto Cesari sulle colline di Castel San Pietro vicino Bologna.
Il profumo in questione avrebbe una fragranza delicata ma allo stesso complessa, con sentori di uva, arancio e mandarino, sfumature di rosa, magnolia e violetta su un fondo di liquirizia, muschio e humus.
Se questo vino rosso imponente, dal gusto pieno e morbido e dal bouquet ricco con note dominanti di frutta rossa e fiori viola è nato grazie alla passione di Umberto Cesari, il profumo lo si deve, invece, alla determinazione di Giuliana Cesari, moglie di Umberto, con il quale ha fondato l’azienda nel 1965. Affascinata dagli aromi e dai sentori di questo straordinario Sangiovese, si è chiesta se era mai possibile trasferirne l’essenza in un profumo: e’ nata così una sfida tra il mondo del vino e quello delle essenze, raccolta con entusiasmo da uno dei creatori di essenze più noti, il milanese Marco Maffei, a sua volta rimasto stregato da ciò che di eccezionalmente ricco il vino racchiudeva.

Tauleto, dunque, è la prima wine fragrance, un profumo naturale nel quale gli aromi primari dell’uva Sangiovese, esaltati al massimo, rivivono grazie alle sostanze naturali provenienti dall’essenza stessa dell’uva.

Le benefiche qualità del vino già da tempo sono sfruttate nella produzione cosmetica: la vinoterapia infatti utilizza proprio le benefiche proprietà del vino con impacchi di Merlot, massaggi Sauvignon, gommage Cabernet, che portano ad un aumento della resistenza dei vasi sanguigni, al rinforzo della microcircolazione, alla protezione delle fibre di elastina e collagene.

L'entusiasmo è altissimo tra quelli che hanno già provato l'originalissima fragranza.
Mi auguro che quest'idea creativa trovi tutto il successo che merita e che magari sia la prima di numerose altre.

venerdì 28 marzo 2008

Il robot-sommelier


Il Prof. Saverio Mannino, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche dell’Università di Milano ha realizzato un robot - sommelier capace dopo un assaggio di ben 53 campioni di vino di riconoscere il vitigno, la provenienza delle bottiglie e le proprietà organolettiche di ciascuna - dall’aroma fresco e fruttato all’alto tasso di acidità, dall’intensità del colore rosso rubino all’insidiosa presenza di muffe nel tappo - senza commettere il minimo errore.

Secondo il Washington Post, in un futuro oramai non troppo lontano i sommelier - robot consiglieranno il vino nei ristoranti in quanto, questi sofisticatissimi elaboratori dotati di nasi e lingue elettroniche, presto saranno più utili all’industria enogastronomica degli attuali degustatori umani...tant'è che in alcune parti del mondo i tecno-assaggiatori hanno già preso il sopravvento sulla tavola.

Secondo gli addetti ai lavori, invece, è ancora troppo presto per celebrare il necrologio dei sommelier - uomo: «Fidarsi troppo dei cervelli elettronici è rischioso», mette in guardia William Sessions, responsabile del ministero dell’agricoltura Usa «i computer sono a rischio di hacker e basta che un cyber-terrorista manometta il software per mandare tutto all’aria».
Secondo altri, le macchine sono condannate ad una sfida impari in quanto le lingue e i nasi elettronici debbono identificare correttamente alcune molecole singole in un pool di trilioni 0ltre a calcolare le miriadi di forme in cui esse interagiscono: un’operazione che il cervello umano compie automaticamente e senza il minimo sforzo».

Beh...io direi che con tutto quello che ho speso per il corso come aspirante sommelier, ora posso solo augurarmi che codesto agglomerato di sensori elettronici high-tech si becchi un bel virus malefico!

lunedì 24 marzo 2008

Pausa relax...

Chicco D'oliva - I vini di Franciacorta

Il reggiseno che soddisfa la sete di vino


Per circa 20 sterline l’azienda inglese Firebox ha proposto il primo reggiseno wine bra della storia chiamato “Winerack”: in virtù di un' intercapedine in plastica il reggiseno può essere riempito con circa 750 ml di vino (una bottiglia) e attraverso una cannuccia chi lo indosserà potrà sorseggiarne il contenuto!
Per le donne, sarà dunque possibile, approfittare di un aperitivo anche lontano dal bar.

Vini bianchi e champagne chiaramente non sono adatti a questa invenzione, perché, come gli esperti ben sanno, si riscalderebbero con troppa facilità. Al contrario, chi ha già acquistato questa trovata, ha sperimentato con successo vini rossi abboccati.

Il prodotto è già esaurito, ma è possibile prenotarlo: per maggiori informazioni e per vedere il simpatico video, si può visitare il sito del venditore www.firebox.com.


sabato 22 marzo 2008

Si assicura il naso per 5 milioni di euro!


Un naso da 5 milioni di euro.... è la cifra promessa dai Lloyd's di Londra, la celebre compagnia assicurativa britannica, al viticoltore olandese Ilja Gort come risarcimento se dovesse perdere il naso o l'olfatto. La compagnia ha deciso di assicurare l'indispensabile organo di lavoro di Gort perché, grazie a quest'ultimo, il viticoltore e degustatore è capace di individuare milioni di profumi diversi e di garantire la qualità dei suoi vini.

Non è la prima volta che i Lloyd's assicurano parti del corpo di personaggi famosi: in passato è accaduto per le gambe dell’attrice americana Betty Grable (assicurate per 500 mila sterline), per i denti della cantante e attrice inglese Ken Dodd, per il seno della cantante country Dolly Parton (assicurata per 350 mila sterline) e per le mani del chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards. Ma non è finita qui: per cifre singolari sono state assicurate anche le gambe dei ballerini Fred Astaire e Michael Flatley, le dita del pianista Richard Clayderman e la voce del «Boss» Bruce Springsteen (assicurata per 3,5 milioni di sterline).

Ilja Gort grazie al suo olfatto è riuscito in pochi anni a diventare una vera celebrità nel suo campo: nel 1994 comprò una tenuta nei pressi di Bordeaux e da allora produce ogni anno circa 80 mila bottiglie di Château de la Garde. Egli naturalmente approva la scelta dei Lloyd's e sostiene che la lingua umana possiede solo cinque aree di gusto, mentre il naso è capace di distinguere milioni di diversi profumi: «Amo il vino», ha confessato alla stampa inglese «ma ne adoro anche l’odore e il sapore».

Prima di stipulare la polizza, la compagnia assicurativa ha voluto che diversi medici conducessero test sulle sue capacità olfattive. «È la prima volta che vediamo un produttore di vino che, invece di assicurare le sue papille gustative, sostiene che il suo naso sia più importante» ha affermato un membro della compagnia assicurativa «il naso e l'olfatto di un viticoltore sono importanti quanto le dita per uno chef».

Anche se ha ottenuto questa preziosa polizza, Gort non è riuscito a battere il record di Angela Mount, produttrice di vino le cui papille gustative furono assicurate nel 2003 dalla catena di supermarket inglese Somerfield per l'incredibile cifra di 10 milioni di sterline (circa 12,7 milioni di euro). Secondo i responsabili della polizza, il suo «sistema olfattivo» era il principale responsabile dell'incredibile aumento delle vendite dei vini.

Vinoterapia e cellulite



Provate ad immaginare immergervi in una botte con uva fresca, vinacce, mosto e vino, cosparsi di Cabernet Sauvignon... dunque un elisir di bellezza e relax tutto a base di vino!

E’ la Vinoterapia l’ultima scoperta in fatto di benessere ed estetica: trattamenti, bagni e massaggi sfruttano le proprietà benefiche dell’uva per ottenere benefici effetti su rughe, cedimenti cutanei e cellulite.

Si è scoperto infatti che, sfruttando le proprietà antiossidanti del vino si riesce a prevenire e combattere gli inestetismi della pelle, causati dall’ossidazione: ogni chicco di uva infatti, racchiude un concentrato di sostanze, come polifenoli e flavondi, che aumentano la resistenza dei vasi sanguigni, rinforzano la microcircolazione ed impediscono la distruzione dell’acido glicolico e ialuronico, proteggendo le fibre di elastina e collagene. Una vera e propria azione idratante, schiarente ed levigante tutta naturale!

L’idea di utilizzare il vino per trattamenti estetici nacque in Francia, nella zona di Bordeaux, per iniziativa di Mathilde Cathiard, figlia di proprietari terrieri dei vigneti Chateaux Smith Haut-Lafitte. Nel suo centro benessere, Mathilde utilizza una sorgente di acqua calda sotterranea per enfatizzare gli effetti terapeutici dell’uva impiegata per le cure estetiche. Bucce, semi, vinaccioli e vinacce vengono lavorati ad hoc per la preparazione de fanghi, di impacchi di miele e vino e creme per tonificare e levigare la pelle o combattere la cellulite.

Si passa così da un primo peeling di fango termale, utile per eliminare le impurità dalla pelle e renderla più ricettiva ai principi rivitalizzanti dell’uva, all’idromassaggio in acqua termale con concentrato di mosto ed olii essenziali (un vero toccasana per la circolazione) sino al massaggio con acino di uva freschi o estratti d’uva.

Ma se fino a qualche tempo fa la wine therapy era un' esclusiva delle star di Hollywood come Julia Roberts e Jennifer Lopez, che per prime ne sperimentarono i benefici effetti, ora questi trattamenti si possono provare anche in Italia.

Sono tante infatti le beauty farm che abbinano alle cure estetiche trattamenti a base di vino: per trovarle basta andare nelle zone celebri per la produzione di vini DOC più rinomati.

In Franciacorta, ad esempio, sorge un centro benessere a 4 stelle che utilizza olii, fanghi e creme preparate con uve coltivate senza fitofarmaci nella storica azienda dei fratelli Belucchi, mentre nel cuore dell’Emilia, a Sassuolo, i vigneti di Lambrusco coltivati introno alle Antiche Terme della Savonarola, forniscono la materia prima per cure di bellezze "enologiche" abbinate alle acque salsobromoiodiche della fonte termale.
Anche in Alto Adige, altro territorio votato per tradizione alla produzione di vini Doc pregiati, vengono proposte cure e trattamenti a base di vino: qui è possibile rilassarsi con un massaggio all’olio di semi di uva, eseguito su pietra calda in una grotta illuminata da candele...

Ed allora visto che la stagione del mare è ormai alle porte, perché non approfittarne e godere di una full immersion all’insegna del vino e dei suoi estratti?

venerdì 21 marzo 2008

Lo champagne e le vedove...



Nella storia dello Champagne sono state numerose le donne, più precisamente le vedove, che hanno avuto un ruolo di rilievo: la Champagne infatti, come l'Alsazia, è stata al centro di tante battaglie che hanno visto tra i protagonisti i soldati romani, gli Unni di Attila, le truppe di Hitler e questo dunque dovrebbe spiegare il ruolo tanto attivo di molte vedove.

La prima, e forse la più famosa, è Nicole - Barbe Ponsardin che divenne vedova nel 1805 di Francois Clicquot, alla giovane età di venticinque anni. Da sola, riuscì nell'impresa di creare la ditta Clicquot - Ponsardin, e con l'aiuto di bravi venditori, quasi inondò la Russia con il suo vino, chiamato a San Pietroburgo, Klikovskoje. La vedova Clicquot inoltre fece molto per migliorare le tecniche di produzione dell Champagne, tanto che sviluppò, sul suo tavolo da cucina, il metodo del remuage.

Altre vedove famose sono Louise Pommery, che nella metà del 1800 conquistava il primato sul mercato inglese, la bella Odette Pol - Roger che illuminava gli ippodromi nel Bois de Boulogne con le sue mise e cappelli eleganti e aveva Winston Churchill come cliente affezionato; e, per ultima, ma non meno importante, Elisabeth Bollinger, che durante la seconda guerra mondiale, disse ai tedeschi:"Mais messieurs, se prendete tutto il mio champagne adesso, non avrete nulla per festeggiare la vittoria"