mercoledì 2 luglio 2008

La benzina fatta di vino e cacio...



LONDRA — Il principe Carlo ha un cuore verde-ambientalista. Ha dotato le sue non poche residenze di biciclette per gli spostamenti di consiglieri, scudieri e servitù. Così contribuisce a ridurre l’inquinamento. Ma lui possiede una flotta di auto che comprende Jaguar e Range Rover. Ed è particolarmente orgoglioso di una Aston Martin d’epoca, dono della regina per i 21 anni. Il problema è che la cara Aston Martin DB5 beve benzina e sputa gas di scarico in modo molto poco ecologico.

«CARBON FOOTPRINT» - Così l’erede al trono ha pensato di convertirla: ora va a vino e formaggio, miscelati in bioetanolo. E siccome il Duchy of Cornwall produce vino, Carlo si toglie la soddisfazione di riempire il serbatoio della sua auto con il «bianco della casata». La trovata fa parte di una serie di innovazioni introdotte dal principe nel suo stile di vita e nella conduzione dei suoi affari che ha portato a ridurre il suo «carbon footprint», l’emissione di gas serra, del 18% in un anno. I dati sono contenuti nei conti del Ducato di Cornovaglia, la principale proprietà del figlio maggiore di Elisabetta, appena pubblicati.

«NIENTE PUZZA DI CACIO» - La faccenda della Aston Martin convertita al vino ha eccitato la fantasia dei giornali inglesi. A Sir Michael Peat, capo della segreteria del Principe di Galles, è stato chiesto da dove venisse il vino per l’esigente serbatoio dell’auto. Il consigliere ha risposto subito che «non si tratta dei resti delle bottiglie consumate dagli ospiti del principe» (quindi niente vini pregiati francesi o champagne che ha perduto le bollicine dopo essere rimasto in una coppa sul tavolo della cena). Il vino è di produzione inglese e anche di discreta qualità: costerebbe quasi due euro al litro. Il bianco del principe, nella trasformazione in bioetanolo viene addizionato con resti di formaggio. Sir Michael però assicura che questo additivo non dà puzza di cacio: «Se dovessi descrivere il carburante di Sua Altezza, direi che ha odore di vodka», ha assicurato. Con la sua Aston Martin DB5, Carlo percorre in media 300 miglia l’anno e ha speso circa 5mila sterline per convertire il sistema di alimentazione. Il modello è lo stesso di quello usato da Sean Connery per girare Goldfinger nel 1964.
Fonte: Corriere della sera

Io direi che è una trovata davvero molto interessante!E non soltanto per gli sviluppi ecologici ma anche perchè potrebbe risolvere i problemi di abbondanza di quelle aziende che non riescono a vendere il proprio prodotto e che dunque arrivano alla vendemmia con le cantine ancora piene di vino.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Having fun reading of your blog.


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