lunedì 14 gennaio 2008

Tra un bicchiere di vino la via Emilia e il West




"Di Guccini porto nella memoria le bottiglie. Un tipo che come lui ha bevuto un Mar Caspio di vino dimostra che l'alcool non è affatto contrario all'arte"
Stefano Benni

Per anni e anni i suoi concerti si sono aperti all'insegna di un fiasco di vino oggi sostituito da una più signorile bottiglia. E durante il concerto beveva come se fosse in osteria, direttamente dal fiasco, allo scopo di rallegrare l'ugola, rattristata dalle note che emetteva...si, perchè Francesco Guccini come i più grandi poeti, nelle sue canzoni ha parlato dell'amore e della caducità delle cose, di attese e di rimpianti, del tempo che passa e dei misteri della vita.

"Se fossi accademico, fossi maestro o dottore ti insignirei in toga di 15 lauree ad honorem, ma a scuola ero scarso in latino e il pop non è fatto per me, ti diplomerò in canti e in vino qui in via Paolo Fabbri 43" (da Via Paolo Fabbri 43).

Nelle canzoni gucciniane il vino è euforia amichevole che permette ad una serata di acquistare valore, ma anche logica lucida ("al rosso saggio chiedi i tuoi perchè"); è la libertà delle notti ampliate a dismisura dalle chiacchiere seminate per le strade, è la voglia di vivere anche dopo tutti i fallimenti e le rinunce, dolci o tristi che siano.

"Eppure fa piacere a sera, andarsene per strade ed osterie, vino e malinconie, e due canzoni fatte alla leggera in cui gridando celi il desiderio che sian presi sul serio il fatto che sei triste o che ti annoi, e tutti i dubbi tuoi... "(da canzone di notte n.2).

E durante i suoi concerti, tra un sorso e l'altro, alternando canzoni a battutacce fulminanti, finisce anche per rimpiangere i bei tempi in cui il vino doveva sapere di vino, mentre "al giorno d'oggi trovi gente che è orgogliosa di farti sentire quanto il loro vino 'sappia di frutti di bosco'... che io mi ricordo i miei nonni… si incazzavano come delle pantere quando il vino sapeva di frutti di bosco... annusavano una bottiglia appena aperta e con tono schifato ti facevano 'bleah, buttala via, che sto' vino sa di frutti di bosco...' per non parlare di quelli che oggi ti vogliono vendere un vino che sa di crosta di pane… Ci prendeva tutti a bottigliate, mio nonno... 've l'avevo detto! ve l'avevo detto! questo vino è venuto uno schifo, sa di crosta di pane. Se l'aveste messo su come dicevo io..."







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